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La voce del pane

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Nel silenzio del borgo che m'affoga,
s'alza una voce come di preghiera,
flebile arriva e pur mi sembra vera
attraverso la porta della mia cantina.
 
Mi scuote,
tra i radi villeggianti
arrivati a stemperare l'afa urbana,
l'avverto,
tra questi anziani abbandonati
che ai muri appena poggiano le mani,
intolleranti ai rumori
e ai voli chiassosi dei gabbiani.
 
E' una voce che mi bussa al cuore,
come bussava nel mio tempo antico
quando ho vissuto tra il rumor di guerra,
tra il pianto della gente e tra l'orrore,
il dramma di un politico esaltato,
che ancora oggi aborro e maledico.
 
Quella vocina giunge dalla pattumiera
dal pane raffermo che prima vi ho buttato
e sembra che mi sgridi sottovoce:
"la fame, la miseria, i patimenti,
tutto quello che un giorno hai tu provato,
i bisogni da tanti collaudati,
la mancanza del pane quotidiano,
il lamento di tanti pargoli affamati,
mi sembra che per sempre li hai scordati".

Salvatore Armando Santoro
(Boccheggiano 7.7.2012 - 15,09)
 

 Salvatore Armando Santoro - 04/02/2019 23:46:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Armando Santoro » ]

Questa è una bellissima poesia, vera ed attuale più che mai, ma sembra che certe verità a tanti amici poeti non interessino!

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